Vini dei Colli Berici
Le uve dei Colli Berici nascono sulle dolci colline a sud di Vicenza, circondate da boschi, uliveti e ville palladiane. Simbolo dell’enologia berica l’autoctono Tai Rosso, i bordolesi Cabernet e Merlot e il Carmenère, mentre tra i bianchi spiccano le interpretazioni di Garganega e Pinot Grigio. I vini che ne nascono sono intensi, di carattere, in grado di raccontare lo spirito e la passione dei nostri viticoltori.
Vini dei Colli Berici
Le uve dei Colli Berici nascono sulle dolci colline a sud di Vicenza, circondate da boschi, uliveti e ville palladiane. Simbolo dell’enologia berica l’autoctono Tai Rosso, i bordolesi Cabernet e Merlot e il Carmenère, mentre tra i bianchi spiccano le interpretazioni di Garganega e Pinot Grigio. I vini che ne nascono sono intensi, di carattere, in grado di raccontare lo spirito e la passione dei nostri viticoltori.
Tai Rosso
Uno dei simboli dell’enologia berica è il Tai Rosso, chiamato un tempo Tocai rosso, che ha la stessa natura genetica del Cannonau sardo, del Grenache francese e della Garnacha spagnola. Questo vitigno è considerato tipico sui Colli Berici, dal momento che la sua presenza nel territorio è testimoniata da centinaia di anni.
Questo vitigno, qualora coltivato nella zona di più antica tradizione del Comune di Barbarano e nei comuni limitrofi, è identificato per tradizione con il nome Barbarano.
Il Tai rosso è un vitigno vigoroso che per esprimersi al meglio necessita di una particolare esposizione alla luce e al calore. È perfettamente adattato ai terroir più magri e più siccitosi, ragione per la quale ha trovato sui Berici un habitat ideale.
NOTE DI DEGUSTAZIONE
rosso rubino non troppo intenso, dal riflesso granato
fruttato, con sentori di viola e frutti rossi di sottobosco
asciutto, morbido, leggermente tannico, sentori di prugna e lampone
bolliti di carne, bacalà alla vicentina, risotti e salumi
Carmenère
Per oltre 150 anni i coltivatori dei Colli Berici produssero vini da un tipo di uva che, credendo fosse parente del Cabernet franc, chiamarono Bordeaux nero, Cabernet franc Italiano, Cabernet Vecchio e persino Cabernet del Veneto.
Effettivamente i due vitigni presentano un legame tra loro: il Carmenère è un incrocio naturale tra Cabernet franc e Gros Cabernet, un’antica varietà proveniente da Bordeaux e dintorni, ed è giunto sui Berici nel XIX secolo, come nel caso delle altre varietà francesi.
Dal punto di vista viticolo è una varietà vigorosa, caratterizzata da una fertilità delle gemme inferiore alla media, con acini di medie dimensioni e una buccia di colore blu-nero. Ha concentrazioni elevate di metossipirazine, che possono produrre forti note erbacee o di pepe verde.
NOTE DI DEGUSTAZIONE
rosso molto intenso, con riflessi blu-violacei
frutti di bosco blu come mirtilli e more, caffè, cioccolato e pepe nero
tannico, fruttato e speziato, equilibrato
grigliate di carne, selvaggina, salumi e formaggi saporiti
Garganega
È il vitigno a bacca bianca più diffuso sui Colli Berici, dove viene chiamato anche Garganego. La prima testimonianza storica risale al 1200, nel trattato di Pietro de’ Crescenzi nel quale si parla di Garganica, ma è probabile che tracce di questo vitigno fossero presenti già dall’anno 1000.
La sua produttività è alta e costante e ha buona resistenza alla maggior parte delle malattie crittogamiche più diffuse. Il grappolo si presenta allungato, cilindricopiramidale, alato, mediamente spargolo. Queste due ultime caratteristiche lo rendono adatto all’appassimento: è infatti alla base di alcuni dei più celebri vini dolci veneti.
L’acino è di media grandezza, sferico, ricco di polpa. La buccia è poco spessa ma resistente, ha colore giallo dorato che può virare al rosa a maturazione inoltrata.
NOTE DI DEGUSTAZIONE
giallo paglierino
fruttato e con sentori di mandorla e fiori bianchi
asciutto, abbastanza fresco e sapido, struttura gustativa quasi tannica, persistente
antipasti e primi piatti delicati e secondi di pesce
Pinot Grigio
Il Pinot grigio appartiene alla famiglia dei Pinot, un gruppo di vitigni che discendono geneticamente dal Pinot nero, originario della Borgogna e già coltivato nel I secolo d.C. Il termine pinot sembra derivare da “pigna” a significare sia la modesta dimensione del grappolo che la caratteristica un’ala, compatto.
L’acino è piccolo e ovoidale, spesso deformato per la troppa compattezza del grappolo. Buccia grigio-rosa, leggera, pruinosa; polpa succosa dal sapore semplice.
Il Pinot grigio può essere vinificato in bianco, ottenendo un vino giallo paglierino con riflessi dorati. Oppure si può lasciar leggermente a contatto con le bucce, ricavandone un vino dalla caratteristica tonalità ramata.
Spesso le uve di Pinot grigio vengono raccolte precocemente, alla fine di agosto – inizio settembre, per mantenere livelli di acidità più elevati e moderando il fruttato esuberante della varietà, creando un profilo aromatico più neutro ma di grande bevibilità.
NOTE DI DEGUSTAZIONE
Giallo paglierino, giallo dorato, giallo ramato
Delicato, gradevole con sentori floreali, fruttati, erbacei
Secco, armonico, vellutato
Antipasti, primi di pesce, carni bianche, pesce al forno/griglia/umido
Merlot
È una varierà originaria del Bordolese in Francia. Ha origine dall’incrocio tra il Cabernet franc e la Magdeleine noire des Charentes. Rispetto ai Cabernets è stata introdotta in Italia più in ritardo, verso la fine del XIX secolo. Nel 1926 viene impiantato nel vigneto sperimentale di Ponte di Barbarano, dando ottimi risultati al punto di essere inserito tra i vitigni raccomandati per la ricostruzione post-fillosserica sui Colli Berici.
Si tratta di un vitigno di media vigoria, che si adatta a forme di allevamento sia lunghe che corte. Nei Berici può raggiungere gradazioni zuccherine importanti, a fronte di acidità medio-basse.
Il grappolo è di media grandezza, mediamente compatto, di forma piramidale, alato. Gli acini sono sferici, di dimensione media. La buccia è blu scuro, pruinosa, la polpa è dolce, non particolarmente acidula.
NOTE DI DEGUSTAZIONE
Rosso rubino con riflessi violacei
Intenso, con caratteristiche note erbacee e di frutta di bosco matura
Di corpo, morbido, armonico, leggermente tannico
Carni in umido, salumi, formaggi, arrosti leggeri, brasati e carni alle braci
Sauvignon
Vitigno originario della Francia, particolarmente diffuso nella zona della Gironda. Il nome deriva dalla parola francese sauvage (selvaggio). Si tratta di uno dei vitigni a bacca bianca più diffusi nel mondo, con il quale si producono vini bianchi di grande freschezza, con una marcata impronta varietale. Ha una grande capacità di adattamento, sui Colli Berici la sua presenza è testimoniata fin dalla fine del XIX secolo, in particolar modo nella zona di Longare.
I grappoli sono abbastanza piccoli, cilindrici, alati, compatti. Acino medio, rotondo, la buccia verde-dorata abbastanza spessa e resistente. La polpa ha sapore lievemente aromatico.
A seconda del clima, le uve Sauvignon possono dare ai vini sentori erbacei o di frutta fresca. In ogni caso i vini risultanti sono destinati ad un veloce consumo, dato che l’invecchiamento superiore ad un anno solitamente non dà effetti migliorativi sulle caratteristiche organolettiche.
NOTE DI DEGUSTAZIONE
Giallo paglierino
Delicato e tipicamente varietale, caratteristico di peperone verde e agrumi
Persistente, equilibrato e di buon corpo
Primi e secondi piatti di pesce e crostacei
Tai Rosso
Uno dei simboli dell’enologia berica è il Tai Rosso, chiamato un tempo Tocai rosso, che ha la stessa natura genetica del Cannonau sardo, del Grenache francese e della Garnacha spagnola. Questo vitigno è considerato tipico sui Colli Berici, dal momento che la sua presenza nel territorio è testimoniata da centinaia di anni.
Questo vitigno, qualora coltivato nella zona di più antica tradizione del Comune di Barbarano e nei comuni limitrofi, è identificato per tradizione con il nome Barbarano.
Il Tai rosso è un vitigno vigoroso che per esprimersi al meglio necessita di una particolare esposizione alla luce e al calore. È perfettamente adattato ai terroir più magri e più siccitosi, ragione per la quale ha trovato sui Berici un habitat ideale.
Carmenère
Per oltre 150 anni i coltivatori dei Colli Berici produssero vini da un tipo di uva che, credendo fosse parente del Cabernet franc, chiamarono Bordeaux nero, Cabernet franc Italiano, Cabernet Vecchio e persino Cabernet del Veneto.
Effettivamente i due vitigni presentano un legame tra loro: il Carmenère è un incrocio naturale tra Cabernet franc e Gros Cabernet, un’antica varietà proveniente da Bordeaux e dintorni, ed è giunto sui Berici nel XIX secolo, come nel caso delle altre varietà francesi.
Dal punto di vista viticolo è una varietà vigorosa, caratterizzata da una fertilità delle gemme inferiore alla media, con acini di medie dimensioni e una buccia di colore blu-nero. Ha concentrazioni elevate di metossipirazine, che possono produrre forti note erbacee o di pepe verde.
Garganega
È il vitigno a bacca bianca più diffuso sui Colli Berici, dove viene chiamato anche Garganego. La prima testimonianza storica risale al 1200, nel trattato di Pietro de’ Crescenzi nel quale si parla di Garganica, ma è probabile che tracce di questo vitigno fossero presenti già dall’anno 1000.
La sua produttività è alta e costante e ha buona resistenza alla maggior parte delle malattie crittogamiche più diffuse. Il grappolo si presenta allungato, cilindricopiramidale, alato, mediamente spargolo. Queste due ultime caratteristiche lo rendono adatto all’appassimento: è infatti alla base di alcuni dei più celebri vini dolci veneti.
L’acino è di media grandezza, sferico, ricco di polpa. La buccia è poco spessa ma resistente, ha colore giallo dorato che può virare al rosa a maturazione inoltrata.